Giovedì 10 Marzo: Colline Fortificate: L’Anello di Arnasco

Il giro in questione si svolge nel territorio  di Arnasco, un luogo soleggiato noto per la produzione di olio, noto x i suoi murales  e ricco di emergenze storiche, tra cui il castello di Bezzo, quello di Castigliole e la Torre di Davì. Nelle immediate colline del paese troviamo un sistema di fortificazioni ottocentesche piuttosto importanti vista la posizione privilegiata in cui si trova la Rocca Livernà, una collina di 550 metri che si trova in mezzo ad una zona di confluenza tra diverse valli. Dalla cima si poteva controllare una vasta zona che si estende dal Monte Saccarello al Monte Carmo di Loano, e dal Monte Galero fino a tutta la Piana d’Albenga. Questo circuito ad anello parte dalla frazione Menosio e percorre tutto il crinale alle spalle di Arnasco fino al Montenero. Da qui si ridiscende verso la Rocca Livernà. Dopo una visita alle fortificazioni si scende alla frazione Bezzo e si chiude l’anello a Menosio passando dal paese capoluogo.

Notizie Logistiche:

Ritrovo ore 8,30 dal parcheggio fuori dal casello di Albenga. Partenza ore 9,00 c.a ad Arranco( frazione Menosio)
Dislivello: 620 m in salita Lunghezza: 13Km  Difficoltà: E
Ore di marcia: 5.h + soste.  Pranzo al Sacco. 1 litro e mezzo d’acqua. Merenda Condivisa a fine escursione.

Prenotazioni entro e non oltre Mercoledì 9 Marzo alle ore 18. Info e Contatti: Jack in The Green( guida ambientale- escursionistica: tel 3291512290/3341217884)

 

Descrizione Percorso:

Dalla frazione Menosio  all’altezza di una curva (Piazza A. Tomatis) imbocchiamo in direzione nord Via Cappella, l’arteria pedonale che transita in mezzo alle case della frazione. Seguiamo il tracciato con tre pallini rossi a triangolo, e per un breve tratto del Sentiero Liguria. Usciti dall’abitato il sentiero sale  tra i muretti a secco e gli ulivi, tra sfasciumi di roccia e pietraie superiamo una cisterna d’acqua e raggiungiamo dopo una ventina di minuti un manufatto in pietra simile a un nuraghe: è la Torre di Davì, circondato da un percorso a spirale in pietra che porta in cima alla costruzione.

Tornati sul nostro percorso affrontiamo una salita con andamento costante tra la macchia mediterranea, delimitato ai fianchi da un muretto a secco che separa le proprietà terriere.
In meno di un’ora si arriva in quota sul crinale che dal Monte Nero scende verso la Rocca Liverna( x chi non se la sente può fermarsi qui). Procediamo per un breve tratto in piano sulla destra, fino a incrociare la strada sterrata che sale al Montenero. Una volta raggiunta si va a sinistra, e si segue questo percorso in salita per un lungo tratto (segnavia un triangolo rosso vuoto). Gradualmente il panorama si apre a tutta la Piana d’Albenga, e si estende a diverse vette delle Alpi Liguri, compreso il Monte Antoroto e il Monte Galero.

Dopo quattro tornanti si prende a destra un sentiero più piccolo, in forte salita, che punta dritto alla vetta del Montenero .
Dalla cima si gode un panorama vastissimo, che comprende ora le vicine vette del Castellermo e Alpe, mentre a est si apre verso la Riviera di Levante.

Torniamo indietro fino a ritrovare il colle dove abbiamo incrociato la strada sterrata per Montenero. Proseguiamo sulla stessa sterrata in discesa per un lungo tratto, avvicinadoci a un’antenna, proseguendo in piano appena sotto il crinale di colline che anticipano la Rocca Liverna.

Passiamo sopra Arnasco percorrendo la strada militare costruita per accedere al sistema di fortificazioni. Superiamo un paio di sellette e abbandoniamo il segnavia originario che porta al paese capoluogo per accogliere un nuovo segnavia con due quadrati rossi.
Dopo una digressione sul versante nord, il tracciato si riporta su quello meridionale e passa sotto il sistema di vedetta della fortificazione. In breve tempo si perviene all’accesso al Forte di Rocca Livernà (484 m),, che riserva al suo interno un sistema di appostamenti camuffati col terreno, di notevoli dimensioni. Un percorso ad anello consente di apprezzare la vastità del territorio controllato, ma solo salendo sul posto di vedetta, nel punto più alto della collina, si può ammirare l’intero complesso fortificato ottocentesco e il vastissimo panorama su tutto l’albenganese.

Per raggiungere il posto di vedetta occorre prendere un sentiero selciato che si distacca a sinistra dell’ingresso al forte. Un percorso contorto, con vari tornanti invasi dalla vegetazione, che costruito appositamente dai militari dell’epoca consente di giungere in pochi minuti in vetta. Una scala in mattoni riportante i nomi dei militari che prestarono servizio, ci porta nel punto più elevato, una sorta di terrazza con uno strapiombo di 500 metri sul versante nord.

La vista spazia dal Monte Saccarello al Galero, al Carmo, e a tutto l’albenganese (foto). Tornati sui nostri passi ci riportiamo sulla porta d’ingresso del forte, dove la strada sterrata prosegue in discesa sulla destra, in una zona con vegetazione scarna. Dopo un paio di tornanti la sterrata prosegue in graduale discesa compiendo un ampio curvone. Per tagliare alcuni tratti sassosi esiste un ippovia che affianca il percorso. Entrambi i tracciati convergono più a valle con un’altra strada sterrata in piano, che utilizzeremo in direzione destra per raggiungere Bezzo .
Giunti in paese, evitiamo la discesa che da una casa abbandonata porta alla chiesa, per procedere dritti in piano fino ad arrivare alla strada provinciale n°19. Per tornare a Menosio utilizziamo la strada rotabile passando per il paese capoluogo di Arnasco, dove una via parallela appena sotto la provinciale, consente di togliersi dal caos delle auto.  L’anello si chiude nella frazione Menosio, ricca di viuzze e case colorate.

Picture of Jack in the Green

Jack in the Green

Mi chiamo Diego Rossi ma sono conosciuto dalla maggior parte delle persone con lo pseudonimo di Jack in The Green, figura mitologica della tradizione britannica. Dall'Uomo Verde raffigurato nei portali delle Chiese, allo spazzacamino britannico che girovaga sopra i tetti dei cottage, al folletto dei boschi ricoperto di fronde verde, Jack in The Green cammina con te nel risveglio della natura e nella fertilità della terra.

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Mi chiamo Diego Rossi ma sono conosciuto dalla maggior parte delle persone con lo pseudonimo di Jack in The Green, figura mitologica della tradizione britannica. Dall'Uomo Verde raffigurato nei portali delle Chiese, allo spazzacamino britannico che girovaga sopra i tetti dei cottage, al folletto dei boschi ricoperto di fronde verde, Jack in The Green cammina con te nel risveglio della natura e nella fertilità della terra.

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